[Forum SIS] R: una riflessione da StatGroup-19

Roberto Benedetti benedett a unich.it
Gio 10 Dic 2020 11:50:04 CET


Carissimi,
perdonatemi se intervengo di nuovo, non era mia intenzione alzare nessuna polemica e meno che mai “attaccare” i colleghi dello StatGroup-19. Speravo di essere stato abbastanza chiaro su questo nella mia mail precedente, però ribadirlo e sottolinearlo è sempre buona cosa.
Il punto però è che gli errori, od orrori se preferite, sono sicuramente radicati nei decenni e dettati da una mentalità miope che ci ha spesso contraddistinto e che, a mio avviso, non è cambiata affatto.
Nel riportare a titolo di esempio fatti di 30 anni fa (porca miseria, questa si che è una brutta considerazione) non volevo certo rinfacciare niente a nessuno, ma semplicemente far notare che se le cose non vanno è perché le radici sono antiche e purtroppo ancora ben salde. Ossia il nostro autolesionismo è ben radicato nel passato e non mi sembra che abbiamo nessuna intenzione di cambiare rotta.
L’iniziativa dei colleghi inoltre, sempre a mio avviso, non andava nella direzione di identificare le cause e quindi rimuoverle ma in quella di dare la colpa ad altri (altri settori, altre istituzioni etc) e pretendere, con poca probabilità di successo, che siano questi altri a cambiare i nostri risultati da negativi a positivi.
I contributi degli stimati colleghi non accademici, sono chiari e lapidari da questo punto di vista e colgono esattamente il nocciolo della questione. Forse non è un caso che anche il sottoscritto sia spesso considerato un non-accademico nonstante il mio trasferimento all’Università risalga al lontano 2001.
Altro tema è l'individualismo o il lavoro di gruppo. Sembra quasi dalle risposte ricevute che io fomenti l’individualismo. E’ vero esattamente il contrario, speravo di aver sollevato delle riflessioni personali su cosa abbiamo fatto e stiamo facendo ma per arrivare ad una diversa ottica di gruppo. Le scelte fatte da molti di noi in questo anno terribile 2020 invece mi hanno fatto vedere molte, anzi moltissime, posizioni o proposte estremamente individualistiche volte alla caccia del ruolo o dei 5 minuti di notorietà (vera o simulata questo è tutto da verificare).
In fin dei conti cosa andiamo a chiedere ? Che vengano inseriti gli statistici nei vari gruppi scientifici, che dobbiamo essere invitati più spesso in TV, oppure cosa altro ? Se non sono azioni individualistiche queste ditemi di cosa altro si tratta.
Pensate davvero che questa sia la soluzione ai nostri mali ? Io non credo proprio.
Trovo molto più deprimente che siamo totalmente fuori dal settore “sondaggi” (citato ampiamente dai colleghi non-accademici), settore in cui invece i colleghi sociologi sguazzano. Ricordo con nostalgia il compianto Prof. Marbach che invece sapeva benissimo che certe attività andavano adeguatamente alimentate. Io è di queste cose che parlo e di tante altre legate a settori anche più “tecnologici”, non per rinfacciare fatti personali del passato ma con la speranza di riaprire strade ormai quasi (spero) perse alle nuove generazioni di statistici.
Di nuovo un saluto affettuoso,
Roberto

> Il giorno 10 dic 2020, alle ore 10:57, Arnaldo FERRARI NASI <vs.arni a tiscali.it> ha scritto:
> 
> Gentissimi,
> 
> mi associo al 100% a quanto sotto. Sono anche io un membro non accademico - a suo tempo contrattista per 15 anni a Unige - laureato in Scienze Politiche, ma molto focalizzato sulle analisi quantitative, che dunque ha sempre letto con grande interesse la newsletter. 
> 
> Sulla competenza statistica nelle professioni al di fuori dell'ambito accademico, date un occhio alla metodologia di questi sondaggi. Sono quelli che vediamo sui media nazionali, depositarli su questo sito corrisponde ad un atto notarile. Fatevi due risate (o incavolatevi, perché per ognuna di quelle schede, balla qualche migliaio di Euro).
> http://sondaggipoliticoelettorali.it/ListaSondaggi.aspx?st=SONDAGGI <http://sondaggipoliticoelettorali.it/ListaSondaggi.aspx?st=SONDAGGI>
> 
> Un caro saluto,
> Arnaldo Ferrari Nasi.
> 
> 
> 
> 
> 
> Il 10/12/2020 09:38, av a vannucci.com <mailto:av a vannucci.com> ha scritto:
>> Giovanna, colleghi,
>>  
>>   posso forse contribuire  a questa riflessione con una “vista” caratteristica dalla mia veste di socio non accademico, e non appartenente ad enti di studio riconducibili alle istituzioni pubbliche.
>>  
>> In circa vent’anni (dal 1989 al 2003) di attività con i più noti istituti di ricerca analisi sociale e di mercato, non ho mai conosciuto -o saputo indirettamente- di più di 4-5 persone operanti nel settore e in possesso di una laurea in Statistica (o titolo assimilabile, anche di altro percorso); da quanto potei al tempo accertare, almeno fra il ‘92 e il 2003 io ero l’unico socio SIS regolarmente attivo in un qualsiasi istituto Assirm italiano (capitava di incrociare, gradita eccezione, buon Giorgio Marbach, che era occasionalmente ingaggiato come consulente scientifico da un paio di istituti). Quando nel 2003 passai ad un incarico manageriale nella allora più grande impresa (per addetti) del paese, mi fu proposto di assumere l’incarico di referente per il Sistan (che fino a quel momento era stato tenuto da un bravissimo collega, laureato però in Economia).
>>  
>> Credo che sia doveroso riflettere, anche, sulla purtroppo quasi assente considerazione che pure qui, in ambito SIS, si ha dell’esercizio della statistica all’esterno dell’ambito accademico-istituzionale, solo raramente oggetto di attenzione (fra le rare eccezioni, voglio ricordare l’iniziativa promossa ormai otre 15 anni or sono da Daniela Cocchi, presidente, di dedicare una sezione della nostra rivista alle esperienze di professione esercitata nel mondo delle imprese). In qualche occasione, abbiamo visto emergere qualche interesse per la statistica esterna al mondo accademico-istituzionale nelle proposte per il rinnovo delle cariche sociali; ma le proposte che erano, anche, più attente a questi temi non sono poi state premiate dal voto di noi soci. 
>>  
>> Forse non molti l’hanno notato (io si, e purtroppo anche qualcuno di “noialtri” pochi soci non accademici), ma nel questionario che ci è stato inviato dalla SIS alla fine della precedente consiliatura, le opzioni per indicare di esercitare presso imprese o istituti privati NON ERANO NEANCHE PREVISTE! (sono state inserite, poi, nella seconda edizione di rilevazione; forse anche grazie alla “vibrante protesta” fatta dal sottoscritto).
>>  
>> Credo che per godere di un maggiore e più specifico riconoscimento professionale nel più generale contesto culturale, politico e imprenditoriale del paese, gioverebbe che gli statistici, e la nostra stessa società, si rendessero un po’ più attivi e visibili. E dovremmo anche trovare modi e metodi per dedicare a questi temi almeno una frazione dell’attenzione che invece, comprensibilmente, è concentrata su temi che sono più organici agli interessi della maggioranza dei soci, come i criteri di punteggio nelle graduatorie e le classificazioni delle riviste scientifiche.
>>  
>> Un caro saluto a tutti,
>> A.
>>  
>>  
>>  
>> Da: sis-bounces a stat.unipg.it <mailto:sis-bounces a stat.unipg.it> <sis-bounces a stat.unipg.it> <mailto:sis-bounces a stat.unipg.it> Per conto di giovanna jona lasinio
>> Inviato: martedì 8 dicembre 2020 18:27
>> A: sis <sis a stat.unipg.it> <mailto:sis a stat.unipg.it>
>> Oggetto: [Forum SIS] una riflessione da StatGroup-19
>>  
>> Cari colleghi della SIS, in questo strano periodo ci siamo trovati a fare delle riflessioni profonde sulla natura e sulla percezione che c’è nell’opinione pubblica della nostra professione. È un momento in cui la necessità di professionalità (o la sua assenza) in ambito di trattamento del dato, dalla raccolta alla sintesi, dalla modellistica alla diffusione dei risultati) ha un impatto giornaliero sull'intera società civile. Questa necessità ci ha portato a chiederci due cose, una pratica e l'altra più filosofica. 
>>  
>> La domanda pratica è "come mai non ci sono quasi statistici nel CTS e non si è sentita la necessità di coinvolgere questa figura professionale per supportare a tutti i livelli decisionali le scelte basate sui dati?". In particolare, come mai gli statistici non sono presenti nelle competenze che gli sono più specifiche? A questa domanda non sappiamo rispondere, ma vorremmo una risposta da chi ha costruito i gruppi di lavoro.  A nostro avviso, in parte, ciò è dovuto alla mancanza di riconoscimento dell'identità e della specificità dello statistico da parte dei decisori politici e, purtroppo, anche da parte di altri scienziati. E probabilmente, almeno in parte, è anche la conseguenza di una storica attitudine all’autoreferenza della nostra comunità, che solo negli ultimi anni sta scomparendo. 
>>  
>> Questa situazione, di implicita chiusura, ci ha portato a porci la seconda domanda, più ampia e meno contingente della prima. 
>>  
>> Chi siamo noi statistici, qui, ora, in Italia? Cosa significa "fare lo statistico" oggi nel nostro Paese in questo momento? 
>>  
>> Esiste la comunità SIS in cui confluiscono moltissime anime, tutte afferenti a diverse declinazioni dello stesso paradigma culturale, anime che però sembrano disunite, non comunicanti, come se occuparsi di metodologia in contesto sanitario precluda un dialogo con chi si occupa di metodologia in ambito economico, o ambientale o altro. Queste anime, tutte figlie degli stessi genitori, non fanno comunità, non sempre riescono a sviluppare un movimento unico. Siamo stati perfino capaci di dire che scrivere una lettera aperta per rivendicare una giusta visibilità e riconoscimento delle capacità professionali, oltre a dati accessibili, è un “atto corporativo”! È talmente corporativo che la lettera è stata firmata anche da Giorgio Parisi presidente dell'Accademia dei Lincei, da biologi, da fisici e da giornalisti.
>>  
>> Ci sono momenti in cui si fa la storia di una comunità e in passato la comunità degli statistici ha mancato questi appuntamenti. Ricordiamo sempre come la comunità degli informatici abbia occupato un nostro spazio lasciato vuoto, semplicemente rinominandolo (data science, ndr), ad esempio. E allora nasce spontanea, da parte di chi ancora crede nel ruolo fondamentale della statistica nella scienza e nella società, la voglia di provare a suscitare una riflessione che ci spinga davvero a divenire comunità scientifica e professionale, per giocare un ruolo da protagonisti nella società di questo futuro già presente.
>>  
>> È il momento di agire, uniti, figli della stessa famiglia, per dire che ci siamo, che essere statistici è una caratteristica unica che ci accomuna, che non si improvvisa o acquisisce da un giorno all’altro. La Statistica non è per tutti, ma è di tutti.
>>  
>> Proprio per tutte queste considerazioni,  condividiamo totalmente l’iniziativa della lettera aperta che trovate qui (per firmarla): https://www.change.org/opendata_e_competenze <https://www.change.org/opendata_e_competenze>
>>  e sul sito  della SIS <http://www.sis-statistica.it/ita/10008/Lettera%20aperta%20sui%20dati%20di%20base%20e%20le%20competenze>. Quindi vi invitiamo tutti a firmarla e a commentare. 
>>  
>> Un caro saluto
>> 
>> StatGroup-19
>> 
>> Fabio Divino, Alessio Farcomeni, Giovanna Jona Lasinio, Gianfrnco Lovison, Antonello Maruotti
>> 
>> 
>> _______________________________________________
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>> http://www.stat.unipg.it/mailman/listinfo/sis <http://www.stat.unipg.it/mailman/listinfo/sis>
> 
> 
>  <http://www.avg.com/email-signature?utm_medium=email&utm_source=link&utm_campaign=sig-email&utm_content=emailclient>	Mail priva di virus. www.avg.com <http://www.avg.com/email-signature?utm_medium=email&utm_source=link&utm_campaign=sig-email&utm_content=emailclient> <x-msg://86/#DAB4FAD8-2DD7-40BB-A1B8-4E2AA1F9FDF2>_______________________________________________
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