[Forum SIS] L'erronea lettura dei casi positivi come misura della diffusione dell'epidemia

Paolo Giudici paolo.giudici a unipv.it
Gio 2 Apr 2020 06:58:57 CEST


Caro Andrea, non condivido.
Da tempo noi statistici siamo abituati a condividere e a trattare gli
errori di misura e a sviluppare misure di incertezza.

Cosa suggerisci nel concreto ?

Il giorno gio 2 apr 2020 alle 06:56 Andrea Vannucci <av a vannucci.com> ha
scritto:

> L'andamento del numero di casi positivi è forse il tema più pubblicamente
> trattato dall'inizio della crisi per CoViD19.
>
> Di questo dato vengono continuamente diffuse sui media le più disparate
> analisi, svolte per evincerne un trend e -soprattutto- indovinarne
> l'evoluzione futura più probabile.
>
> Sappiamo però che proprio questo dato è anche particolarmente debole per
> definizione e rappresentatività statistica, soprattutto perché:
> - non equivale al numero totale dei contagiati, e non ne è neanche una
> misura indiretta particolarmente robusta o centrata;
> - dipende dal numero e tipo di test effettuati (che non è stato affatto
> uniforme nelle diverse fasi e luoghi dell'epidemia), dalle caratteristiche
> delle persone a cui i test sono rivolti (con o senza sintomi, a maggiore o
> minore rischio, per i più diversi fini diagnostici), dalla loro eventuale
> ripetizione sugli stessi individui;
> - viene di norma fornito ed analizzato aggregato, per diverse zone e
> contesti epidemici, rispetto ad una stessa data di calendario, senza
> distinguere a quale stadio di avanzamento dell'epidemia questa data
> corrisponda in ogni contesto specifico.
>
> È in particolare per questi motivi che la gran parte delle analisi
> evolutive di questo dato, e le previsoni che se ne traggono, risultano
> largamente infondate ed erronee. Molto di più che non per la scelta dei
> modelli da applicarvi o degli indici con cui leggerli.
>
> Mi pare fondamentale per tutti noi ribadire, in tutte le occasioni
> possibili e sedi opportune, che il numero di casi risultati positivi a
> CoViD19 non è una misura dell'estensione del contagio nel tempo e per
> geografia, e che analizzare questi dati per formulare previsioni, senza
> porsi il problema di come trattare la loro intrinseca debolezza, è
> sbagliato e pericoloso.
>
> Saluti,
> Andrea Vannucci _______________________________________________
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> Sis a stat.unipg.it
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>
-- 

Paolo Giudici
Professor of Statistics
FinTech laboratory,
University of Pavia

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