[Forum SIS] Fwd: una riflessione da StatGroup-19

Paolo Giudici paolo.giudici a unipv.it
Gio 10 Dic 2020 08:33:35 CET


Buongiorno a tutte e tutti. Vorrei esprimere, a titolo personale, il mio
apprezzamento e condivisione con quanto dicono (e fanno) gli amici di
StatGroup-19.
Spero che riusciremo a lavorare tutti assieme, guardando al futuro e non
solo al passato.
Un caro saluto,
[image: LOGO-UNIPV]
Paolo Stefano Giudici
Professor of Statistics, Department of Economics and Management,
Coordinator of the European projects FIN-TECH and PERISCOPE
https://www.linkedin.com/in/paolo-giudici-60028a/


Il giorno gio 10 dic 2020 alle ore 08:07 giovanna jona lasinio <
giojona a gmail.com> ha scritto:

>
> Sembra che la mail non sia arrivata alla lista, riprovo.
> Giovanna Jona Lasinio
> ---------- Forwarded message ---------
> From: Giovanna Jonalasinio <giovanna.jonalasinio a uniroma1.it>
> Date: Wed, Dec 9, 2020 at 7:23 PM
> Subject: Re: [Forum SIS] una riflessione da StatGroup-19
> To: Roberto Benedetti <benedett a unich.it>
> Cc: sis <sis a stat.unipg.it>
>
>
> Caro Roberto,
>
> proprio parlando di comunità ci sembra sacrosanto il dissentire
> apertamente. Una delle cose che probabilmente crea delle divisioni è la
> mancanza di chiarezza. Senza la chiarezza si creano le dietrologie, i
> retropensieri imperano e tutti ci si guarda con sospetto.
>
> Il quadro che dipingi sulla realtà attuale e sulla qualità dei dati è
> molto condivisibile, ed ha origine in larga misura dal fatto che i dati
> disponibili sono stati originati dall’impegno (lodevolissimo) di
> informatici e non di statistici. Noi ci saremmo preoccupati del contesto,
> quindi delle definizioni, cercando di creare delle reti di raccolta un po’
> meno caotiche delle attuali. E questo lo segnali anche tu. La tua risposta
> percorre gli stessi punti di riflessione che hanno condotto alla scrittura
> della lettera aperta.
>
> Siamo arrivati alla consapevolezza come comunità di non essere tale, non
> siamo capaci di avere un peso perché, troppo spesso, non siamo capaci di
> lasciare da parte le nostre priorità personali e metterci a giocare come
> squadra. Preferiamo essere dei fantasisti solitari, che fanno punti con un
> nuovo paper o con un nuovo incarico, invece che comunità in cui se c’è
> bisogno “mollo tutto e do una mano”.  Questo ce lo fa pensare in
> particolare la conclusione della tua motivazione a non firmare.  Rifiuti
> una firma pensando che sia pro-domo qualcuno in particolare e non un gesto
> per l’intera comunità.
>
> Una petizione che richiede dati open c’è stata prima di questa,
> https://datibenecomune.it/, ha raccolto quasi 40000 firme, i promotori di
> quella hanno firmato la lettera aperta della SIS perché stiamo cercando
> tutti insieme di creare una sinergia per ottenere trasparenza. Noi come
> professionisti dobbiamo anche rivendicare dignità. La domus per cui abbiamo
> scritto ieri e per cui riteniamo sia importante firmare, è quella di tutti
> noi.
>
>
>
> Giovanna ci dice che ben si ricorda di quella commissione di dottorato
> (esaminarono anche lei), è storia di 29 anni fa, chi parlava era uomo di
> carattere difficile ma capace di cambiare idea, cosa che fece sulle
> immagini e su varie altre cose. La società civile è cambiata, noi siamo
> cambiati ed è ora di capirlo e lavorare insieme invece che ognuno per conto
> proprio.
>
>
>
> Cordialmente
>
> StatGroup-19
>
>
>
> (Fabio Divino, Alessio Farcomeni, Giovanna Jona Lasinio,
> Gianfrnco Lovison, Antonello Maruotti)
>
> On Wed, Dec 9, 2020 at 11:37 AM Roberto Benedetti <benedett a unich.it>
> wrote:
>
>> Cara Giovanna e cari colleghi dello StatGroup-19,
>> vi ringrazio per questa mail i cui contenuti sollevano talmente tante
>> questioni aperte da decenni che il solo ipotizzare di trovare delle
>> risposte è praticamente impossibile.
>> Ne consegue che mi potrei regolare, in modo tipicamente italiano ed in
>> particolare accademico-italiano, non esponendomi pubblicamente e
>> semplicemente decidendo di firmare o no la vostra “lettera aperta”
>> rimandando qualsiasi considerazione personale ad occasioni meno pubbliche.
>> Invece non è quello che farò, magari sbagliando, ma penso sia più corretto
>> nei vostri confronti anche se meno politicamente corretto darvi alcune
>> motivazioni sulla mia scelta di non firmare questa lettera.
>> Condivido pienamente la vostra analisi della situazione, anzi avrei molti
>> orrori e distorsioni da riportare; quello che invece non condivido affatto
>> sono le cause e, di conseguenza, le soluzioni.
>> Iniziamo dai molti altri orrori che sono sotto gli occhi di tutti:
>> 1 - mai come in questo periodo siamo assediati da una così grande
>> quantità di dati su di un fenomeno. Bella cosa direte voi, se non fosse che
>> nessuna di queste informazioni è utilizzabile a meno di fare delle
>> assunzioni che, solitamente, sembrano più una arrampicata sugli specchi che
>> una seria ipotesi di lavoro. A che cosa serve avere delle serie storiche
>> spazio-temporali giornaliere e per provincia se sai già che il dato
>> riportato è distorto e che questa distorsione non è costante né nel tempo
>> né nello spazio ? Su questi dati sempre più dettagliati ci adattiamo dei
>> modelli sempre più complicati sapendo benissimo che stiamo seguendo la nota
>> strategia GIGO (Garbage in, garbage out - spazzatura dentro, spazzatura
>> fuori).
>> 2 - che ruolo hanno avuto le statistiche ufficiali in questa invasione di
>> dati ? Nessuno o marginale. Non sono io a dirlo ma nei mesi scorsi abbiamo
>> letto opinioni ed interviste di ex-presidenti ISTAT (in rigoroso ordine
>> alfabetico mi vengono in mente: Alleva, Biggeri e Zuliani), che sollevano
>> il problema e suggeriscono ipotesi di soluzione a questa stranezza ma, che
>> io sappia, non se ne è fatto molto se non l’esecuzione, durante il periodo
>> estivo, della nota indagine Istat-Ministero della Salute. Dal mio punto di
>> vista, questo anno terribile 2020 è servito come ottimo esempio di che cosa
>> succederebbe in ambito sociale ed economico se non esistessero gli istituti
>> nazionali di statistica. Confronti internazionali impossibili, decisioni
>> regionali e locali modificabili a proprio piacimento, relazioni tra
>> aggregati differenti non stimabili perché misurati in modo eterogeneo e chi
>> più ne ha più ne metta. Se questo è un esempio di diffusione dei dati
>> amministrativi inviterei tutti i colleghi ISTAT ed Eurostat a riflettere
>> sull’opportunità di seguire il nuovo Mantra “uso statistico dei dati
>> amministrativi” piuttosto che il buon vecchio adagio “uso amministrativo
>> dei dati statistici”.
>> 3 - che cosa ha prodotto la commissione sull’uso dei “big data”, che
>> indicazioni ha fornito ? Se qualcuno può aggiornarmi io, nella mia modesta
>> ignoranza, ignoro la risposta a queste domande. Questo tema, i “big
>> data”, come fate notare voi è considerato un fatto squisitamente
>> informatico-ingegneristico che, di conseguenza, non riguarda noi
>> statistici. Questo purtroppo è vero già in ambito MIUR dove non vengono
>> accettate richieste di apertura di Corsi di Studio su questo tema che non
>> siano proposte o almeno appoggiate dal bollino blu di queste
>> facoltà “tecniche”. Nella mia esperienza professionale esiste anche un
>> periodo di molti anni spesi in un’impresa del gruppo Finmeccanica in cui
>> ero lo statistico (assieme ad un’altra collega) circondato da Ingegneri
>> che, quotidianamente, elaboravano dati da satellite seguendo la
>> filosofia “io provo tutte le soluzioni possibili e poi scelgo quella che mi
>> piace di più”. Posta in questi termini la questione del “big data” diventa
>> ovviamente un fatto informatico riguardante l’implementazione
>> più efficiente e veloce dei vari metodi statistici.
>> Avrei molti altri orrori da elencare ma questi, oltre a quelli da voi
>> riportati, penso che bastino a capire la situazione attuale.
>> Veniamo invece alle cause ed alle soluzioni. Io personalmente credo che
>> puntare i piedi rivendicando il nostro ruolo e la nostra posizione possa
>> servire solo ad ottenere un formale riconoscimento che non avrà mai nessun
>> risvolto pratico.
>> Noi statistici predichiamo da sempre di usare indicatori quantitativi per
>> prendere decisioni, quando finalmente ci danno retta ci accorgiamo che
>> abbiamo meno studenti, meno crediti e meno spazio nelle imprese di
>> informatici ed ingegneri con la conseguenza, ovvia, che i nostri competitor
>> usando metodi statistici basati su indicatori “insindacabili” e nelle
>> decisioni avranno sempre la meglio sugli statistici stessi.
>> La soluzione a questo dilemma la sanno benissimo tutti quei colleghi che
>> nei decenni scorsi hanno cercato di sopravvivere all’interno di facoltà di
>> economia, sociologia, scienze politiche etc: “se non puoi sconfiggere il
>> tuo nemico, fattelo amico” (frase attribuita a Cesare).
>> Purtroppo si sono sempre dovuti scontrare con i colleghi più fortunati
>> afferenti a facoltà di statistica che potevano permettersi di avere
>> atteggiamenti duri e puri che gli propinavano mozioni assurde quali: “siamo
>> una materia di elite”, “la statistica è per pochi studenti
>> selezionati”, “io sono un metodologo quindi non devo occuparmi di dati
>> reali” etc.
>> Figuratevi che durante la mia ammissione al Dottorato mi sono anche
>> sentito dire dal presidente della commissione che “le immagini non sono
>> dati ma fotografie, o al massimo disegni, cosa hanno a che fare con la
>> statistica ?”.
>> Queste logiche ci hanno portato dove siamo ed il Covid, evento negativo
>> sotto tutti i punti di vista, ha un solo pregio, quello di far venire a
>> galla tutti gli errori e le distorsioni.
>> Adesso io dovrei firmare delle petizioni perché qualche collega vorrebbe
>> far parte del comitato scientifico e non gli è concesso perché i posti sono
>> già tutti occupati da materie più potenti della sua. Oppure perché qualche
>> altro collega, malato di protagonismo, vorrebbe andare un po’ più in
>> televisione a far vedere qualche altro grafico e sentirsi in questo modo
>> più al centro dell’attenzione.
>> Bene, per questi motivi, non posso che rispondervi: no grazie.
>> Le questioni sollevate sono ovviamente molto più lunghe e complesse e,
>> conoscendovi, sono sicuro che la vostra proposta sia stata animata dalle
>> motivazioni più sane e corrette possibili ma purtroppo segue una ipotetica,
>> non necessariamente attuale, linea di sviluppo della SIS e della statistica
>> in generale che io, abbiate pazienza, non posso e non voglio condividere.
>> Un affettuoso saluto,
>> Roberto Benedetti
>>
>> Il giorno 8 dic 2020, alle ore 18:27, giovanna jona lasinio <
>> giovanna.jonalasinio a uniroma1.it> ha scritto:
>>
>> Cari colleghi della SIS, in questo strano periodo ci siamo trovati a fare
>> delle riflessioni profonde sulla natura e sulla percezione che c’è
>> nell’opinione pubblica della nostra professione. È un momento in cui la
>> necessità di professionalità (o la sua assenza) in ambito di trattamento
>> del dato, dalla raccolta alla sintesi, dalla modellistica alla diffusione
>> dei risultati) ha un impatto giornaliero sull'intera società civile. Questa
>> necessità ci ha portato a chiederci due cose, una pratica e l'altra più
>> filosofica.
>>
>> La domanda pratica è "come mai non ci sono quasi statistici nel CTS e non
>> si è sentita la necessità di coinvolgere questa figura professionale per
>> supportare a tutti i livelli decisionali le scelte basate sui dati?". In
>> particolare, come mai gli statistici non sono presenti nelle competenze che
>> gli sono più specifiche? A questa domanda non sappiamo rispondere, ma
>> vorremmo una risposta da chi ha costruito i gruppi di lavoro.  A nostro
>> avviso, in parte, ciò è dovuto alla mancanza di riconoscimento
>> dell'identità e della specificità dello statistico da parte dei decisori
>> politici e, purtroppo, anche da parte di altri scienziati. E probabilmente,
>> almeno in parte, è anche la conseguenza di una storica attitudine
>> all’autoreferenza della nostra comunità, che solo negli ultimi anni sta
>> scomparendo.
>>
>>
>> Questa situazione, di implicita chiusura, ci ha portato a porci la
>> seconda domanda, più ampia e meno contingente della prima.
>>
>> *Chi siamo noi statistici, qui, ora, in Italia? Cosa significa "fare lo
>> statistico" oggi nel nostro Paese in questo momento? *
>>
>> Esiste la comunità SIS in cui confluiscono moltissime anime, tutte
>> afferenti a diverse declinazioni dello stesso paradigma culturale, anime
>> che però sembrano disunite, non comunicanti, come se occuparsi di
>> metodologia in contesto sanitario precluda un dialogo con chi si occupa di
>> metodologia in ambito economico, o ambientale o altro. Queste anime, tutte
>> figlie degli stessi genitori, non fanno comunità, non sempre riescono a
>> sviluppare un movimento unico. Siamo stati perfino capaci di dire che
>> scrivere una lettera aperta per rivendicare una giusta visibilità e
>> riconoscimento delle capacità professionali, oltre a dati accessibili, è un
>> “*atto corporativo*”! È talmente corporativo che la lettera è stata
>> firmata anche da Giorgio Parisi presidente dell'Accademia dei Lincei, da
>> biologi, da fisici e da giornalisti.
>>
>>
>> Ci sono momenti in cui si fa la storia di una comunità e in passato la
>> comunità degli statistici ha mancato questi appuntamenti. Ricordiamo sempre
>> come la comunità degli informatici abbia occupato un nostro spazio lasciato
>> vuoto, semplicemente rinominandolo (data science, ndr), ad esempio. E
>> allora nasce spontanea, da parte di chi ancora crede nel ruolo fondamentale
>> della statistica nella scienza e nella società, la voglia di provare a
>> suscitare una riflessione che ci spinga davvero a divenire comunità
>> scientifica e professionale, per giocare un ruolo da protagonisti nella
>> società di questo futuro già presente.
>>
>>
>> È il momento di agire, uniti, figli della stessa famiglia, per dire che
>> ci siamo, che essere statistici è una caratteristica unica che ci accomuna,
>> che non si improvvisa o acquisisce da un giorno all’altro. La Statistica
>> non è per tutti, ma è di tutti.
>>
>>
>> Proprio per tutte queste considerazioni,  condividiamo totalmente
>> l’iniziativa della *lettera aperta* che trovate qui (per firmarla):
>> https://www.change.org/opendata_e_competenze
>>  e sul sito  della SIS
>> <http://www.sis-statistica.it/ita/10008/Lettera%20aperta%20sui%20dati%20di%20base%20e%20le%20competenze>.
>> Quindi vi invitiamo tutti a firmarla e a commentare.
>>
>> Un caro saluto
>>
>> StatGroup-19
>>
>> Fabio Divino, Alessio Farcomeni, Giovanna Jona Lasinio,
>> Gianfrnco Lovison, Antonello Maruotti
>> _______________________________________________
>> Sis mailing list
>> Sis a stat.unipg.it
>> http://www.stat.unipg.it/mailman/listinfo/sis
>>
>>
>>
> ________________________________________________________
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> strettamente riservate e indirizzate esclusivamente al destinatario. Si
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> messaggio se non si è il legittimo destinatario dello stesso. Qualora tale
> messaggio sia stato ricevuto per errore, si prega di restituirlo al
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> The information contained in this e mail message is strictly confidential
> and intended for the use of the addressee only.  If you are not the
> intended recipient, please do not read, copy, forward or store it on your
> computer. If you have received the message in error, please forward it back
> to the sender and delete it permanently from your computer system.
> ------------------------------
>
> _______________________________________________
> Sis mailing list
> Sis a stat.unipg.it
> http://www.stat.unipg.it/mailman/listinfo/sis
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