[Forum SIS] Fwd: una riflessione da StatGroup-19

giovanna jona lasinio giojona a gmail.com
Gio 10 Dic 2020 08:05:10 CET


Sembra che la mail non sia arrivata alla lista, riprovo.
Giovanna Jona Lasinio
---------- Forwarded message ---------
From: Giovanna Jonalasinio <giovanna.jonalasinio at uniroma1.it>
Date: Wed, Dec 9, 2020 at 7:23 PM
Subject: Re: [Forum SIS] una riflessione da StatGroup-19
To: Roberto Benedetti <benedett at unich.it>
Cc: sis <sis at stat.unipg.it>


Caro Roberto,

proprio parlando di comunità ci sembra sacrosanto il dissentire
apertamente. Una delle cose che probabilmente crea delle divisioni è la
mancanza di chiarezza. Senza la chiarezza si creano le dietrologie, i
retropensieri imperano e tutti ci si guarda con sospetto.

Il quadro che dipingi sulla realtà attuale e sulla qualità dei dati è molto
condivisibile, ed ha origine in larga misura dal fatto che i dati
disponibili sono stati originati dall’impegno (lodevolissimo) di
informatici e non di statistici. Noi ci saremmo preoccupati del contesto,
quindi delle definizioni, cercando di creare delle reti di raccolta un po’
meno caotiche delle attuali. E questo lo segnali anche tu. La tua risposta
percorre gli stessi punti di riflessione che hanno condotto alla scrittura
della lettera aperta.

Siamo arrivati alla consapevolezza come comunità di non essere tale, non
siamo capaci di avere un peso perché, troppo spesso, non siamo capaci di
lasciare da parte le nostre priorità personali e metterci a giocare come
squadra. Preferiamo essere dei fantasisti solitari, che fanno punti con un
nuovo paper o con un nuovo incarico, invece che comunità in cui se c’è
bisogno “mollo tutto e do una mano”.  Questo ce lo fa pensare in
particolare la conclusione della tua motivazione a non firmare.  Rifiuti
una firma pensando che sia pro-domo qualcuno in particolare e non un gesto
per l’intera comunità.

Una petizione che richiede dati open c’è stata prima di questa,
https://datibenecomune.it/, ha raccolto quasi 40000 firme, i promotori di
quella hanno firmato la lettera aperta della SIS perché stiamo cercando
tutti insieme di creare una sinergia per ottenere trasparenza. Noi come
professionisti dobbiamo anche rivendicare dignità. La domus per cui abbiamo
scritto ieri e per cui riteniamo sia importante firmare, è quella di tutti
noi.



Giovanna ci dice che ben si ricorda di quella commissione di dottorato
(esaminarono anche lei), è storia di 29 anni fa, chi parlava era uomo di
carattere difficile ma capace di cambiare idea, cosa che fece sulle
immagini e su varie altre cose. La società civile è cambiata, noi siamo
cambiati ed è ora di capirlo e lavorare insieme invece che ognuno per conto
proprio.



Cordialmente

StatGroup-19



(Fabio Divino, Alessio Farcomeni, Giovanna Jona Lasinio, Gianfrnco Lovison,
Antonello Maruotti)

On Wed, Dec 9, 2020 at 11:37 AM Roberto Benedetti <benedett at unich.it> wrote:

> Cara Giovanna e cari colleghi dello StatGroup-19,
> vi ringrazio per questa mail i cui contenuti sollevano talmente tante
> questioni aperte da decenni che il solo ipotizzare di trovare delle
> risposte è praticamente impossibile.
> Ne consegue che mi potrei regolare, in modo tipicamente italiano ed in
> particolare accademico-italiano, non esponendomi pubblicamente e
> semplicemente decidendo di firmare o no la vostra “lettera aperta”
> rimandando qualsiasi considerazione personale ad occasioni meno pubbliche.
> Invece non è quello che farò, magari sbagliando, ma penso sia più corretto
> nei vostri confronti anche se meno politicamente corretto darvi alcune
> motivazioni sulla mia scelta di non firmare questa lettera.
> Condivido pienamente la vostra analisi della situazione, anzi avrei molti
> orrori e distorsioni da riportare; quello che invece non condivido affatto
> sono le cause e, di conseguenza, le soluzioni.
> Iniziamo dai molti altri orrori che sono sotto gli occhi di tutti:
> 1 - mai come in questo periodo siamo assediati da una così grande quantità
> di dati su di un fenomeno. Bella cosa direte voi, se non fosse che nessuna
> di queste informazioni è utilizzabile a meno di fare delle assunzioni che,
> solitamente, sembrano più una arrampicata sugli specchi che una seria
> ipotesi di lavoro. A che cosa serve avere delle serie storiche
> spazio-temporali giornaliere e per provincia se sai già che il dato
> riportato è distorto e che questa distorsione non è costante né nel tempo
> né nello spazio ? Su questi dati sempre più dettagliati ci adattiamo dei
> modelli sempre più complicati sapendo benissimo che stiamo seguendo la nota
> strategia GIGO (Garbage in, garbage out - spazzatura dentro, spazzatura
> fuori).
> 2 - che ruolo hanno avuto le statistiche ufficiali in questa invasione di
> dati ? Nessuno o marginale. Non sono io a dirlo ma nei mesi scorsi abbiamo
> letto opinioni ed interviste di ex-presidenti ISTAT (in rigoroso ordine
> alfabetico mi vengono in mente: Alleva, Biggeri e Zuliani), che sollevano
> il problema e suggeriscono ipotesi di soluzione a questa stranezza ma, che
> io sappia, non se ne è fatto molto se non l’esecuzione, durante il periodo
> estivo, della nota indagine Istat-Ministero della Salute. Dal mio punto di
> vista, questo anno terribile 2020 è servito come ottimo esempio di che cosa
> succederebbe in ambito sociale ed economico se non esistessero gli istituti
> nazionali di statistica. Confronti internazionali impossibili, decisioni
> regionali e locali modificabili a proprio piacimento, relazioni tra
> aggregati differenti non stimabili perché misurati in modo eterogeneo e chi
> più ne ha più ne metta. Se questo è un esempio di diffusione dei dati
> amministrativi inviterei tutti i colleghi ISTAT ed Eurostat a riflettere
> sull’opportunità di seguire il nuovo Mantra “uso statistico dei dati
> amministrativi” piuttosto che il buon vecchio adagio “uso amministrativo
> dei dati statistici”.
> 3 - che cosa ha prodotto la commissione sull’uso dei “big data”, che
> indicazioni ha fornito ? Se qualcuno può aggiornarmi io, nella mia modesta
> ignoranza, ignoro la risposta a queste domande. Questo tema, i “big
> data”, come fate notare voi è considerato un fatto squisitamente
> informatico-ingegneristico che, di conseguenza, non riguarda noi
> statistici. Questo purtroppo è vero già in ambito MIUR dove non vengono
> accettate richieste di apertura di Corsi di Studio su questo tema che non
> siano proposte o almeno appoggiate dal bollino blu di queste
> facoltà “tecniche”. Nella mia esperienza professionale esiste anche un
> periodo di molti anni spesi in un’impresa del gruppo Finmeccanica in cui
> ero lo statistico (assieme ad un’altra collega) circondato da Ingegneri
> che, quotidianamente, elaboravano dati da satellite seguendo la
> filosofia “io provo tutte le soluzioni possibili e poi scelgo quella che mi
> piace di più”. Posta in questi termini la questione del “big data” diventa
> ovviamente un fatto informatico riguardante l’implementazione
> più efficiente e veloce dei vari metodi statistici.
> Avrei molti altri orrori da elencare ma questi, oltre a quelli da voi
> riportati, penso che bastino a capire la situazione attuale.
> Veniamo invece alle cause ed alle soluzioni. Io personalmente credo che
> puntare i piedi rivendicando il nostro ruolo e la nostra posizione possa
> servire solo ad ottenere un formale riconoscimento che non avrà mai nessun
> risvolto pratico.
> Noi statistici predichiamo da sempre di usare indicatori quantitativi per
> prendere decisioni, quando finalmente ci danno retta ci accorgiamo che
> abbiamo meno studenti, meno crediti e meno spazio nelle imprese di
> informatici ed ingegneri con la conseguenza, ovvia, che i nostri competitor
> usando metodi statistici basati su indicatori “insindacabili” e nelle
> decisioni avranno sempre la meglio sugli statistici stessi.
> La soluzione a questo dilemma la sanno benissimo tutti quei colleghi che
> nei decenni scorsi hanno cercato di sopravvivere all’interno di facoltà di
> economia, sociologia, scienze politiche etc: “se non puoi sconfiggere il
> tuo nemico, fattelo amico” (frase attribuita a Cesare).
> Purtroppo si sono sempre dovuti scontrare con i colleghi più fortunati
> afferenti a facoltà di statistica che potevano permettersi di avere
> atteggiamenti duri e puri che gli propinavano mozioni assurde quali: “siamo
> una materia di elite”, “la statistica è per pochi studenti
> selezionati”, “io sono un metodologo quindi non devo occuparmi di dati
> reali” etc.
> Figuratevi che durante la mia ammissione al Dottorato mi sono anche
> sentito dire dal presidente della commissione che “le immagini non sono
> dati ma fotografie, o al massimo disegni, cosa hanno a che fare con la
> statistica ?”.
> Queste logiche ci hanno portato dove siamo ed il Covid, evento negativo
> sotto tutti i punti di vista, ha un solo pregio, quello di far venire a
> galla tutti gli errori e le distorsioni.
> Adesso io dovrei firmare delle petizioni perché qualche collega vorrebbe
> far parte del comitato scientifico e non gli è concesso perché i posti sono
> già tutti occupati da materie più potenti della sua. Oppure perché qualche
> altro collega, malato di protagonismo, vorrebbe andare un po’ più in
> televisione a far vedere qualche altro grafico e sentirsi in questo modo
> più al centro dell’attenzione.
> Bene, per questi motivi, non posso che rispondervi: no grazie.
> Le questioni sollevate sono ovviamente molto più lunghe e complesse e,
> conoscendovi, sono sicuro che la vostra proposta sia stata animata dalle
> motivazioni più sane e corrette possibili ma purtroppo segue una ipotetica,
> non necessariamente attuale, linea di sviluppo della SIS e della statistica
> in generale che io, abbiate pazienza, non posso e non voglio condividere.
> Un affettuoso saluto,
> Roberto Benedetti
>
> Il giorno 8 dic 2020, alle ore 18:27, giovanna jona lasinio <
> giovanna.jonalasinio at uniroma1.it> ha scritto:
>
> Cari colleghi della SIS, in questo strano periodo ci siamo trovati a fare
> delle riflessioni profonde sulla natura e sulla percezione che c’è
> nell’opinione pubblica della nostra professione. È un momento in cui la
> necessità di professionalità (o la sua assenza) in ambito di trattamento
> del dato, dalla raccolta alla sintesi, dalla modellistica alla diffusione
> dei risultati) ha un impatto giornaliero sull'intera società civile. Questa
> necessità ci ha portato a chiederci due cose, una pratica e l'altra più
> filosofica.
>
> La domanda pratica è "come mai non ci sono quasi statistici nel CTS e non
> si è sentita la necessità di coinvolgere questa figura professionale per
> supportare a tutti i livelli decisionali le scelte basate sui dati?". In
> particolare, come mai gli statistici non sono presenti nelle competenze che
> gli sono più specifiche? A questa domanda non sappiamo rispondere, ma
> vorremmo una risposta da chi ha costruito i gruppi di lavoro.  A nostro
> avviso, in parte, ciò è dovuto alla mancanza di riconoscimento
> dell'identità e della specificità dello statistico da parte dei decisori
> politici e, purtroppo, anche da parte di altri scienziati. E probabilmente,
> almeno in parte, è anche la conseguenza di una storica attitudine
> all’autoreferenza della nostra comunità, che solo negli ultimi anni sta
> scomparendo.
>
>
> Questa situazione, di implicita chiusura, ci ha portato a porci la seconda
> domanda, più ampia e meno contingente della prima.
>
> *Chi siamo noi statistici, qui, ora, in Italia? Cosa significa "fare lo
> statistico" oggi nel nostro Paese in questo momento? *
>
> Esiste la comunità SIS in cui confluiscono moltissime anime, tutte
> afferenti a diverse declinazioni dello stesso paradigma culturale, anime
> che però sembrano disunite, non comunicanti, come se occuparsi di
> metodologia in contesto sanitario precluda un dialogo con chi si occupa di
> metodologia in ambito economico, o ambientale o altro. Queste anime, tutte
> figlie degli stessi genitori, non fanno comunità, non sempre riescono a
> sviluppare un movimento unico. Siamo stati perfino capaci di dire che
> scrivere una lettera aperta per rivendicare una giusta visibilità e
> riconoscimento delle capacità professionali, oltre a dati accessibili, è un
> “*atto corporativo*”! È talmente corporativo che la lettera è stata
> firmata anche da Giorgio Parisi presidente dell'Accademia dei Lincei, da
> biologi, da fisici e da giornalisti.
>
>
> Ci sono momenti in cui si fa la storia di una comunità e in passato la
> comunità degli statistici ha mancato questi appuntamenti. Ricordiamo sempre
> come la comunità degli informatici abbia occupato un nostro spazio lasciato
> vuoto, semplicemente rinominandolo (data science, ndr), ad esempio. E
> allora nasce spontanea, da parte di chi ancora crede nel ruolo fondamentale
> della statistica nella scienza e nella società, la voglia di provare a
> suscitare una riflessione che ci spinga davvero a divenire comunità
> scientifica e professionale, per giocare un ruolo da protagonisti nella
> società di questo futuro già presente.
>
>
> È il momento di agire, uniti, figli della stessa famiglia, per dire che ci
> siamo, che essere statistici è una caratteristica unica che ci accomuna,
> che non si improvvisa o acquisisce da un giorno all’altro. La Statistica
> non è per tutti, ma è di tutti.
>
>
> Proprio per tutte queste considerazioni,  condividiamo totalmente
> l’iniziativa della *lettera aperta* che trovate qui (per firmarla):
> https://www.change.org/opendata_e_competenze
>  e sul sito  della SIS
> <http://www.sis-statistica.it/ita/10008/Lettera%20aperta%20sui%20dati%20di%20base%20e%20le%20competenze>.
> Quindi vi invitiamo tutti a firmarla e a commentare.
>
> Un caro saluto
>
> StatGroup-19
>
> Fabio Divino, Alessio Farcomeni, Giovanna Jona Lasinio, Gianfrnco Lovison,
> Antonello Maruotti
> _______________________________________________
> Sis mailing list
> Sis at stat.unipg.it
> http://www.stat.unipg.it/mailman/listinfo/sis
>
>
>
________________________________________________________
Le informazioni contenute in questo messaggio di posta elettronica sono
strettamente riservate e indirizzate esclusivamente al destinatario. Si
prega di non leggere, fare copia, inoltrare a terzi o conservare tale
messaggio se non si è il legittimo destinatario dello stesso. Qualora tale
messaggio sia stato ricevuto per errore, si prega di restituirlo al
mittente e di cancellarlo permanentemente dal proprio computer.
The information contained in this e mail message is strictly confidential
and intended for the use of the addressee only.  If you are not the
intended recipient, please do not read, copy, forward or store it on your
computer. If you have received the message in error, please forward it back
to the sender and delete it permanently from your computer system.
------------------------------
-------------- next part --------------
An HTML attachment was scrubbed...
URL: <http://www.stat.unipg.it/pipermail/sis/attachments/20201210/059fabd0/attachment.html>


Maggiori informazioni sulla lista Sis