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Netiquette e bufale



Cari colleghi della lista SIS
Visto che il Prof. Scozzafava mi chiama in causa in questa maniera (la netiquette indica lo stampatello come corrispondente a voce adirata ad alto volume - consigliano di evitarlo) la mia precisazione e' doverosa, non gia' le mie scuse, se non su un aspetto che pero' pospongo alla fine del presente messaggio.  Spero di non attirare le lettere maiuscole di Galmacci.

Con il mio precedente messaggio intendevo semplicemente segnalare che l'indirizzo email sarabande dell'universita' americana Brandeis alla quale era richiesto di mandare il messaggio ogni 300 firmatari  fu chiuso gia' quasi due anni fa. Sorvolo sull'efficacia della produzione di n^299 liste - se il fattore di diffusione e' n - con sottoinsiemi di firmatari comuni.

In particolare, da http://www.hoaxkill.com/hoaxes/afghanistan.html riproduco
<quote>
Due to a flood of hundreds of thousands of messages in response to an unauthorized chain letter, all
mail to sarabande@brandeis.edu is being deleted unread. It will never be a valid email address again.
If you have a personal message for the previous owner of that address, you will need to find some
means other than email to communicate.

sarabande@brandeis.edu was not an organization, but a person who was totally unprepared for the
inevitable consequences of telling thousands of people to tell fifty of their friends to tell fifty of their
friends to send her email.

It is our sincere hope that the hundreds of thousands of people who continue to attempt to reply will
find a more productive outlet for their concerns. There are several excellent organizations and
individuals doing real work on the issues raised. Some of them were mentioned in sarabande's letter.
None of them authorized her actions. We suggest that you contact them through non-virtual channels to help. They all have web sites with information and contact points. Unlike sarabande, they can channel your energy in useful directions. Do not let this incident discourage you.

Please do not forward unverified chain letters, no matter how compelling they might seem.
Propagating chain letters is specifically prohibited by the terms of service of most Internet service
providers; you could lose your account.
<end quote>

Pertanto invitare a mandare messaggi ad un sito chiuso o inesistente con la formula della chain letter rientra in quello che viene definito sul Web un hoax (tradotto in italiano - ma non ne ho io la paternita' - come bufala, burla), anche se mi sembrava di aver fatto capire che era cominciata come una cosa seria per poi clonarsi per anni anche dopo la chiusura dell'iniziativa che da quello che si capisce era esplosa fra le mani di un'ingenua sarabande. E questo segnalavo: che si sarebbero raccolte firme per poi spedirle ad un indirizzo inesistente. La stanchezza del venerdi' sera mi ha impedito di essere piu' esplicito. Il mio messaggio non poneva in discussione l'inaccettabilita' del trattamento delle donne (e non solo delle donne) in Afghanistan (e non solo in Afghanistan), un'accurata ancorche' raccapricciante documentazione del quale e' contenuta nel sito www.rawa.org (a cura di donne afgane).

Cerchiamo di separare le due cose: lo strumento (la chain letter) e l'oggetto (la causa nobile)... l'oggetto e' fuori discussione, ma per lo strumento ci sono casi ben piu' gravi della chiusura di un indirizzo di posta elettronica per intasamento a cui si puo' andare incontro.

Non credo che mi si voglia accusare di mancanza di sensibilita' al dramma del cancro nel segnalare l'inconsistenza di una chain letter che molti di noi hanno ricevuto a proposito di donazioni alla ricerca da parte dell'American Cancer Society per ogni messaggio di posta elettronica inviato ad un indirizzo di america on line addirittura firmata da un medico dell'Albert Einstein Hospital (al quale scrissi a suo tempo per verifica e mi fu confermata l'inesistenza dell'iniziativa) sfruttando l'emozione suscitata da una persona morente (molti  ricorderanno il bambino che voleva biglietti da visita da tutto il mondo). Si e' dato il caso di appelli a catena alla solidarieta' che hanno costantemente riaperto la ferita di una famiglia che aveva sofferto una tragica perdita dopo anni unicamente per la riaccensione casuale della catena a distanza di mesi. E questo ovviamente indipendentemente dalle buone intenzioni di chi manda il messaggio. O chain letters che danneggiano commercialmente imprese invocando risultati scientifici sulla dannosita' dei loro prodotti (tipo quella sul sodium laureth sulfate che sarebbe cangerogeno, anche questa debitamente - e falsamente- firmata da un ricercatore di UPenn a Philadelphia). Verificare non e' difficile: se si ha qualche dubbio - e' preferibile sempre averne - basta collegarsi ad un motore di ricerca (per es. www.google.com ) e ripetere alcune parole chiave della lettera unito a hoax - si provi women afghanistan hoax o donne afghanistan bufala (per esempio http://it.egroups.com/message/mcrfunclub/7732). Tremo - ed i valenti tecnici del laboratorio statistico con me - al pensiero che una chain letter possa richiedere l'invio di un messaggio ad un indirizzo del mio dipartimento, magari per burla, o per l'ingenuita' di uno studente ambientalista preoccupato della sorte delle balene baluga nel fiume San Lorenzo in Canada... http://www.inch.com/~servo/web/b1.htm

Visti gli inconvenienti, la formula della chain letter per sensibilizzare a problemi drammatici sembra da abbandonare in favore di firme elettroniche raccolte direttamente su un sito Web (si veda ad esempio il sito della gia' citata revolutionary association of the women of Afghanistan - http://www.rawa.org/cgi-bin/dcguest/dcguest.cgi sul quale invito i colleghi ad unirsi a me nel firmare la petizione on line contro il regime dei Taliban; o della Regione Toscana contro la pena di morte
http://www.regione.toscana.it/ius/ns-appelli/?MIval=main_penamorte) che evitano intasamenti di server, sono verificabili e permettono la conta dei firmatari solo una volta e la loro esistenza (ci ricordiamo le liste degli appelli prima dell'informatizzazione?), rafforzando l'iniziativa. Tali siti talvolta permettono di diffondere la notizia digitando l'indirizzo email di un conoscente. In ogni caso, chain letters per segnalare le iniziative dovrebbero indicare la data di inizio e/o la data oltre la quale non proseguire la catena e/o un'indicazione di un sito Web di riferimento (e' un metodo di verifica sicuro non al 100%, lo so, ma forse ad un usuale livello di significativita' si'). Ed e' a questo che si riferivano vari link da me citati nel precedente messaggio. E per questo mi sono permesso (per la prima e ultima volta, vista la reazione) di invitare a non prestare fede ai messaggi di sensibilizzazione che prendono la forma di chain letters e in ogni caso a fare riferimento ai vari siti disponibili per determinarne l'autenticita' attuale (inclusi quelli sui famosi virus informatici, per es. http://www.symantec.com/avcenter/hoax.html ) prima di diffonderli ulteriormente.

A parte che per promettere guadagni milionari (in US$) scrivendo a Bill Gates o telefonini gratis, chiunque puo'  far partire in qualunque momento chain letters su problemi seri, drammatiche situazioni in varie parti del mondo (per le donne, tanto per citarne una, l'infibulazione - per la quale  si veda http://www.amnesty.org/ailib/intcam/femgen/fgm9.htm ), o su altri drammi (le mine antiuomo http://www.engagedpage.com/landmines.html, il lavoro minorile http://www.stopchildlabor.org, ... ) chiedendo di mandare un email da qualche parte  (magari alla Casa Bianca). I siti Web quali quelli che ho citato sono un modo efficace di informarsi e tenersi aggiornati sulle iniziative ("Unlike sarabande, they can channel your energy in useful directions") e sono facili da trovare.

Nel ritenere che esistano tanti problemi che sollecitano la nostra coscienza civile mi sembra comunque di essere dalla stessa "parte" del collega Scozzafava e di questo mi rallegro. Saro' lieto di continuare l'interessante conversazione, se possibile in caratteri minuscoli, e in privato. Credo di aver gia' abbondantemente abusato della pazienza dei colleghi di una lista scientifica, e di questo, si', mi scuso.

Buona domenica e buona settimana
GMG
PS Se si escludono le citazioni, credo di essere stato al di sotto del 4% di parole in inglese autorizzate dal Ministro della PI.
PPS Per chi volesse documentarsi sugli strumenti di asservimento delle donne islamiche oltre al burqa citato dal Prof. Scozzafava (ma non sono riuscito a leggere il suo allegato html), c'e' una completa e deprimente lista di veli islamici (non solo afgani) disponibile su http://mitglied.tripod.de/~vhp/veil_islam_lex_en.html.

Giampiero M. Gallo
Professor of Econometrics
and Chair
Dipartimento di Statistica "G.Parenti"
Universita' di Firenze
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