[Forum SIS] Ieri su Repubblica

Annalisa Cerquetti annalisa.cerquetti a gmail.com
Dom 3 Gen 2021 03:19:41 CET


Ciao Clelia,

grazie della nota di chiarimento e della consulenza della prof.ssa Lopalco.

Avevo scritto comunque "infetta" tra virgolette e mi riferivo alla
"imitation infection" alla base del funzionamento di tutti i vaccini.
Il punto nodale rimane comunque la distinzione tra infezione e malattia.

A.









On Sun, Jan 3, 2021 at 12:39 AM Di Serio Clelia <diserio.clelia a unisr.it>
wrote:

> Cari tutti,
> volevo aggiungere alla discussione qualche nota non tanto statistica
> quanto inerente al concetto di vaccino, osservazioni condivise con la
> collega Lucia Lopalco immunologa con cui lavoro da tanti anni su
> immunologia dell'HIV.
> E' fuorviante pensare  in generale che "il vaccino di fatto infetta chi lo
> riceve" (cit) perchè il principio su cui si basano la maggior parte dei
> vaccini,  inclusi i cosiddetti   "attenuati" , è proprio il fatto che i
> virus vengano modificati e privati della loro capacità infettante
> mantenendo le loro proprietà immunogene (tra i piu' famosi
> rosolia/parotite). Pochi sono i vaccini che possono indurre un'infezione
> molto blanda senza però provocare malattia. E comunque il vaccino anti
> COVID-19 della Pfizer non è tra quelli proprio per come è costruito.
> Infatti è basato sull’RNAmessaggero che codifica per la proteina Spike e
> non può in alcun modo avere capacità infettante, in quanto non contiene
> alcuna informazione genetica relativa alla replicazione virale ma contiene
> solo e soltanto un “messaggio” per la cellula ospite che produce la stessa
> proteina Spike, la quale  stimola il sistema immunitario a produrre
> anticorpi specifici contro la stessa proteina  e non può quindi in alcun
> modo generare un processo infettivo.
> Quindi, come è stato detto, c'è il bisogno assoluto di mantenere alta la
> soglia  di attenzione e prevenzione anche se vaccinati  (sia dopo la prima
> che la seconda dose) perchè non ci sono ancora dati solidi sulla forza  e
> durata di "neutralizzazione" degli anticorpi cosiddetti "neutralizzanti"
> nel soggetto vaccinato. Credo che la grande scommessa di questo vaccino sia
> proprio questa: il vaccino Pfizer protegge  solo l'individuo dalla malattia
> (quanto e per quanto a lungo?) o anche la comunità (ovvero impedisce che il
> virus infetti  i vaccinati ad un livello tale che possa essere anche
> trasmesso)?  Solo nel secondo caso si potrebbe pensare al raggiungimento di
> un'immunità di gregge con un vaccino di massa, e solo qualora il vaccino
> resti stabile rispetto alle tante mutazioni. Nel primo caso no. Le domande
> sono molte e molto complesse come lo è tutta l'immunologia dei vaccini e
> siamo ancora in una prima fase post-marketing.
> A mio avviso sarebbe molto importante che come comunità statistica e
> biostatistica ci si coordinasse con le istituzioni sanitarie per costituire
> un campione  statistico di "sorveglianza" sul vaccino, che permetta di
> acquisire una conoscenza maggiore e "misurare" le proprietà immunogeniche
> del vaccino (che dipenderanno anche molto da stratificazioni in base
> all'età e dalle comorbidità soprattutto per il vaccino Pfizer), e rilevare
> misurazioni longitudinali dei livelli di anticorpi, della eventuale carica
> virale degli eventuali vaccinati che si infettano, per poi capirne la
> capacità di trasmissione e monitorare il rischio che i vaccinati diventino
> una sorte di "asintomatici".  Insomma tutte le informazioni cruciali che
> abbiamo ben visto come siano mancate nella fase I e continuino a mancare
> nella fase II proprio per l'assenza di dati rilevati su un campione
> adeguatamente disegnato aspetti che tutt'ora impediscono la stima dei
> parametri epidemiologici di questa patologia.
> Colgo l'occasione per mandare a tutte le colleghe e i colleghi un caro
> augurio di un 2021 che porti un po' di serenità e ci permetta di
> incontrarci e confrontarci di nuovo di persona oltre che sulle piattaforme
> virtuali.
> Clelia
>
>
>
>
> Clelia Di Serio,
> Full Professor in Medical Statistics and Epidemiology
> Director of University Centre for Statistics in the Biomedical Sciences (
> CUSSB )i
> www.cussb.unisr.it- 0039022643 4872 (3844)
> Università Vita-Salute San Raffaele
> Via Olgettina 58
> 20132 Milan
> ITALY
>
> ________________________________________
> Da: sis-bounces a stat.unipg.it <sis-bounces a stat.unipg.it> per conto di
> Fabrizia Mealli <fabrizia.mealli a unifi.it>
> Inviato: giovedì 31 dicembre 2020 17:54
> A: Annalisa Cerquetti
> Cc: SIS Lista; Michela Baccini
> Oggetto: Re: [Forum SIS] Ieri su Repubblica
>
> Ciao Annalisa,
> L'Agenzia italiana del farmaco è chiara su questo punto: "Gli studi
> clinici condotti finora hanno permesso di valutare l’efficacia del vaccino
> COVID-19 mRNA BNT162b2 (Comirnaty) sulle forme clinicamente manifeste di
> COVID-19 ed è necessario più tempo per ottenere dati significativi per
> dimostrare se i vaccinati si possono infettare in modo asintomatico e
> contagiare altre persone.  Sebbene sia plausibile che la vaccinazione
> protegga dall’infezione, i vaccinati e le persone che sono in contatto con
> loro devono continuare ad adottare le misure di protezione anti COVID-19".
> Lo studio Pfizer e pare anche quello Moderna (uscito 5 ore fa) dimostrano
> che il vaccino protegge dalla malattia COVID19 (intesa come malattia
> sintomatica), ma non è stato verificato che protegga dal contrarre
> l'infezione in forma asintomatica. Ci auguriamo che non sia questo il caso
> ma è molto importante che questo aspetto sia chiaro al grande pubblico
> perché cambia la prospettiva dell'utilità della vaccinazione. Ci si vaccina
> per proteggere noi stessi e si spera che questo serva anche a proteggere
> gli altri. Ma visto che al momento non ci sono evidenze scientifiche su
> questo, si devono comunque adottare misure di protezione. Insomma il
> vaccino non ci libererà dal giogo del distanziamento sociale ancora per un
> po'. Credo che affrontare gli argomenti in modo chiaro e senza alimentare
> la polarizzazione delle posizioni sia il miglior strumento per non generare
> e alimentare diffidenze.
> Tanti auguri di buon anno!
> Michela
>
> --
> Michela Baccini
> Dipartimento di Statistica, Informatica, Applicazioni - Università di
> Firenze<
> https://www.google.com/maps/search/Firenze+Viale+Morgagni+59+50134+Firenze?entry=gmail&source=g
> >
> Viale Morgagni 59 50134 Firenze<
> https://www.google.com/maps/search/Firenze+Viale+Morgagni+59+50134+Firenze?entry=gmail&source=g
> >
> email: michela.baccini a unifi.it<mailto:michela.baccini a unifi.it>,
> michela.baccini a gmail.com <mailto:michela.baccini a gmail.com>
>
>
> Il giorno gio 31 dic 2020 alle 16:39 Annalisa Cerquetti <
> annalisa.cerquetti a gmail.com<mailto:annalisa.cerquetti a gmail.com>> ha
> scritto:
> Ma perche' un vaccino dovrebbe proteggere da un'infezione?
> Non e' una contraddizione in termini?
>
> Un vaccino, per quanto sofisticato come quello a mRNA della
> Pfizer/BioNTech, di fatto "infetta" chi lo riceve, ovvero introduce una
> versione attenuata, o una porzione, o addirittura come in questo caso, un
> "messaggio" in grado di produrre una proteina, del virus stesso.
>
> Per questo, per il grande pubblico, e soprattutto per convincere gli
> scettici, temo possa essere fuorviante anche parlare di probabilita' di
> "infettarsi E ammalarsi".
> Il punto non e' il rischio di infezione, che in uno studio randomizzato e'
> ovviamente assunto uguale per vaccinati e non vaccinati, e nella realta' da
> tutto dipende meno che dall'aver fatto o no il vaccino, ma la capacita' del
> vaccino, attraverso il suo meccanismo, di "attrezzare" il sistema
> immunitario a combattere la malattia che il corpo sviluppera' in risposta
> all'infezione, se questa arrivera'.
>
> A.
>
>
>
>
>
>
>
>
> On Thu, Dec 31, 2020 at 3:07 PM Fabrizia Mealli <fabrizia.mealli a unifi.it
> <mailto:fabrizia.mealli a unifi.it>> wrote:
> Cari tutti,
>
> Sperando di fare cosa gradita in fondo a questa mail potete trovare la
> nota che abbiamo scritto per i nostri studenti di Statistica per fare un
> po’ di chiarezza sulle misure di efficacia negli studi sperimentali e in
> quelli sui vaccini in particolare.
> Una versione più estesa e completa apparirà su Unifi Magazine a breve.
> Se siete interessati, contributi dei ricercatori del DISIA si possono
> trovare qua:
> https://www.disia.unifi.it/vp-269-ricerca-disia-su-covid-19.html
>
> Un caro saluto e auguri per un 2021 più tranquillo!
>
> Fabrizia
>
>
> ================================================
> Misure statistiche per valutare l'efficacia di un vaccino e più in
> generale di un trattamento medico.
> Di seguito, con riferimento alla discussione relativa all'efficacia del
> vaccini Pfizer, riportiamo due punti fondamentali che dovrebbero essere
> sempre ben definiti quando si procede ad un'analisi statistica:
> 1) Definire la variabile di risultato: il vaccino è stato valutato in base
> al rischio di ammalarsi di COVID-19, ovvero in base al rischio di infezione
> sintomatica; contrariamente a quanto in modo superficiale è stato detto,
> non è stato valutato in base al rischio di infezione da SARS-CoV-2 (e
> nemmeno rispetto al rischio di conseguenze gravi della malattia, come la
> morte). Dunque, facendo riferimento allo studio Pfizer, gli 8 su 17’411
> soggetti vaccinati e i 162 su 17’511 soggetti non vaccinati sono individui
> che si sono infettati E hanno manifestato almeno un sintomo; 8/17’411=0,046
> % è dunque la stima della probabilità di infettarsi E ammalarsi se
> vaccinati (46 malati ogni 100'000 vaccinati) e 162/17’511=0,925 % (925
> malati ogni 100'000 non vaccinati) è la stima della probabilità di
> infettarsi E ammalarsi se NON vaccinati. In altre parole, gli individui che
> hanno contratto una forma asintomatica dell'infezione non sono conteggiati
> tra i casi. Dato che essi non entrano nel calcolo delle due probabilità, lo
> studio Pfizer al momento non dà informazione circa la probabilità di
> contrarre l'infezione da SARS-Cov-2, ovvero di contrarla in qualsiasi sua
> forma, inclusa quella asintomatica.
> L’importanza del punto (1) sta nel fatto che il vaccino, almeno in base
> alle informazioni fino ad ora pubblicate, non è detto che protegga
> dall’infezione ma solo dallo sviluppo della malattia, ed è per questo che
> le persone vaccinate devono continuare ad utilizzare i dispositivi di
> protezione e osservare regole di distanziamento, per proteggere se stesse e
> gli altri. Si vedano su questo i punti 11 e 31 del vademecum AIFA (
> https://www.aifa.gov.it/domande-e-risposte-su-vaccino-covid-19-comirnaty?fbclid=IwAR02-CnPcjO8IS9A_KOJj5K1SFJO1dcz1lDcE1UYyN7LCPV7iXjIL9bsW7M
> )
> 2) Definire l'effetto causale e le misure di efficacia: Come vengono
> confrontate le due probabilità calcolate al punto precedente (che si
> chiamano anche rischi) per produrre una misura di efficacia? Usualmente se
> ne fa il rapporto, stimando il cosiddetto rischio relativo. In questo caso
> 0,925/0,046 = 20.11. Significa che una persona NON vaccinata ha una
> probabilità di infettarsi E ammalarsi 20 volte maggiore rispetto ad una
> persona vaccinata; specularmente 0,046/0,925 =0,05 ovvero una persona
> vaccinata ha un rischio di infettarsi E ammalarsi che è solo pari al 5%
> dello stesso rischio per una persona NON vaccinata. Come si arriva al 95%
> di efficacia di cui si parla e quale è il suo significato? Ci si arriva
> calcolando 100%-5%. Questa è la cosiddetta frazione attribuibile di
> malattia: il 95% delle persone che si sarebbero infettate E ammalate se non
> vaccinate NON si ammalano se vaccinate.
> Stando a questi numeri, di 100 infezioni sintomatiche, il vaccino ne può
> evitare 95. Di 1’000 ne può evitare 950 e così via. Se rapportiamo questi
> numeri al totale della popolazione, come qualcuno ha fatto, ci accorgiamo
> che i casi sintomatici risparmiati sono una piccola percentuale del totale
> degli individui nella popolazione, ma questo non significa che il vaccino
> sia poco efficace. Dato che i vantaggi in termini assoluti, ovvero in
> termini di numero di casi evitati, dipendono dal profilo di rischio
> COVID-19 della popolazione e dalla diffusione del contagio nella
> popolazione, la messa a punto di un piano vaccinale dovrebbe essere
> valutata con riferimento al contesto specifico.
>
>
> Il giorno mar 29 dic 2020 alle ore 19:33 Alessandra Petrucci <
> alessandra.petrucci a unifi.it<mailto:alessandra.petrucci a unifi.it>> ha
> scritto:
> Car* Tutt*,
>
> per dovere di cronaca riporto la risposta della task force (anche se non
> ci sono statistici almeno per ora) dell'Università di Firenze
>
>
> https://firenze.repubblica.it/cronaca/2020/12/29/news/firenze_contro_il_prof_anti-vax_insorge_l_universita_-280241567/
>
> Un saluto,
> Alessandra Petrucci
>
>
> Il giorno mar 29 dic 2020 alle ore 15:59 Annalisa Cerquetti <
> annalisa.cerquetti a gmail.com<mailto:annalisa.cerquetti a gmail.com>> ha
> scritto:
> Cari tutti,
>
> solo per segnalare, a proposito di ruolo degli statistici e visibilita'
> delle nostre competenze, che ieri diversi quotidiani nazionali e relativi
> siti web hanno dato risalto a questa notizia
>
>
> https://firenze.repubblica.it/cronaca/2020/12/28/news/il_prof_di_intermieristica_io_non_mi_vaccino_-280180171/
>
> Un Associato MED45 di Firenze sconfessa su Facebook la correttezza dello
> studio di Pfizer/BioNTech pubblicato su NEJM che ha dato il via libera alla
> campagna vaccinale
>
> https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2034577
>
> Annalisa
>
>
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> _______________________________________________
> Sis mailing list
> Sis a stat.unipg.it<mailto:Sis a stat.unipg.it>
> http://www.stat.unipg.it/mailman/listinfo/sis
> _______________________________________________
> Sis mailing list
> Sis a stat.unipg.it<mailto:Sis a stat.unipg.it>
> http://www.stat.unipg.it/mailman/listinfo/sis
>
>
> --
> Fabrizia Mealli, PhD
>
> Professor of Statistics
> Department of Statistics, Computer Science, Applications "Giuseppe
> Parenti" - University of Florence
> http://local.disia.unifi.it/mealli/
>
> Director of the Florence Center for Data Science
> http://datascience.unifi.it/
> _______________________________________________
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